"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

martedì 27 marzo 2012

La B-ZONA *Video*

Porto la squadra in ritiro.
Quando ho pensato questa cosa bizzarra, stamattina, mentre facevo la spesa, mi sono fatto una mezza risata da solo: avevo appena finito di analizzare mentalmente la schifezza di mezza maratona corsa domenica a Lecce e ripercorrevo tra un semaforo e l'altro le settimane che mi separano dalla Collemar-athon, la 42 km che correrò a Fano (PU) il prossimo...6 maggio!
Sei settimane, a partire da ieri, per preparare una 42 km con un'altimetria da brivido, con nelle gambe appena 25 km percorsi quindici giorni fa ed una ventuno disastrosa da appena 48 ore.
A questo punto non ho molte possibilità: mi ritrovo un pò sbilanciato nella preparazione, perchè dopo un intensissimo autunno-inverno trascorso a preparare mezze maratone che ho corso un pò ovunque (ne ho corse ben sette!), ora che dovrei forse tirare il fiato e godermi la primavera scoppiata all'improvviso con un sole fantastico su tutto il Salento sto preparando una maratona.
O mollo il progetto, ipotesi che non voglio neppure prendere in considerazione senza averci almeno provato; oppure comincio una preparazione che mi porti da qui a qualche giorno ad aumentare drasticamente il numero di kilometri percorsi, imponendomi di rallentare di parecchio il ritmo di corsa. O la va o la spacca, insomma.
Così, oggi è uscita una corsa di 18,730 km, su un anello di circa 6,3 km da percorrere più volte, ormai collaudato per i suoi dislivelli abbastanza simili a quelli che troverò a maggio nelle Marche. Ritmo blando, grande concentrazione e passo dopo passo...è andata benone, come forse non mi sarei mai aspettato avendo nella testa e nelle gambe la debacle di domenica scorsa. Invece, un'ora e quarantaquattro minuti, senza soffrire neppure più di tanto, anzi, devo dire abbastanza in scioltezza.
Adesso giovedi rifiato un pò con un defaticante e sabato provo il primo dei due lunghissimi in programma. Ce la devo fare e...conto di farcela!
Non ho altra scelta: per evitare il ritiro devo mandare la squadra in ritiro!!!
Ed ho una strategia ben precisa in mente...


domenica 25 marzo 2012

Una giornata... "da raddrizzare"


Se fossi una squadra di calcio, qualche opinionista televisivo stasera ipotizzerebbe già un cambio di allenatore. Le cose cambiano in fretta nello sport ed è facile passare in pochi giorni dalle stelle di un personale, alle stalle di una prestazione sciatta, opaca e onestamente da dimenticare. Durante la settimana mi alleno benino, sicuramente sto facendo un lavoro mediamente più pesante, con l'inserimento di tante salite in vista della maratona di Fano, e la domenica i risultati non arrivano più. E tutto quello che prima era scioltezza e voglia di liberare la propria energia, adesso diventa fatica e imballo muscolare.
Tipo oggi, che ho chiuso la Mezza Maratona di Lecce con un tempo di 1h 48', undici minuti più del mio personale raggiunto solo poche settimane fa a Gallipoli.
Giornata no, frutto di una serie abbastanza lunga di cose che non sono andate per il verso giusto: dal servizio navetta parcheggio-partenza un pochino carente che mi ha costretto a raggiungere il via a piedi dopo una lunga attesa in una fila diciamo "disordinata"; allo stop per pipì attorno al quinto km, che mi ha fatto fermare e perdere anche quel ritmo precario che avevo avuto fino ad allora; ad stanchezza muscolare che già dai primi km mi ha fatto capire che oggi non sarebbe stata una delle migliori giornate podistiche; ad percorso che finchè si è sviluppato in città ha consegnato alla cronaca dei leccesi molto apatici e per niente coinvolgenti, anzi scorbutici e nervosi agli incroci, con scene di isterismo ingiustificato, e quando è uscito fuori in periferia ci ha consegnati ad un sole martellante che ha spezzato anche le ultime energie rimaste. Sono arrivato stremato, chiudendo gli ultimi 5-6 km con medie da 5'20' e 5'40' a km. Ma abbronzatissimo.
Capitolo chiuso.
Ora mi prenderò un giorno di stop e poi voglio comunque rimanere concentrato sull'allenamento per la maratona, convinto che non sarà facile chiuderla stavolta, ma ci devo provare, con qualunque tempo. Questa maratona sta paradossalmente diventando strada facendo una sfida nella sfida. Interessante.
E' andata così, non può sempre andare al massimo, hanno ragione tutti coloro che oggi me lo ripetono e li ringrazio per questo.
Facciamo così, allora: oggi non è stata una giornata storta. Oggi è stata una giornata " da raddrizzare".
Alla prossima.

sabato 17 marzo 2012

25 km, dedica e *Foto*

25 km e spiccioli in 2 ore e 24 minuti è il bilancio di un pomeriggio di corsa in compagnia di tutti i miei compagni che assieme a me stanno preparando la prossima maratona. Per la verità la primissima impressione è che loro siano parecchio più avanti di me con la preparazione e se la 42 km si corresse tra un paio di settimane sarebbe molto probabile un loro arrivo più o meno agevole ed un mio quasi sicuro ritiro, cosa peraltro mai verificatasi nelle precedenti edizioni tutte portate a termine.



Oggi avevamo programmato tre soste: una ai 25 km, un’altra ai 30 e l’ultima ai 35. Partenza dalla zona 167 di Nardò e tutta la litoranea fino a Gallipoli, attraversamento della cittadina ionica, perimetro delle mura vecchie e poi ancora lungomare fino a Mancaversa, marina di Taviano, in direzione Ugento. Su 10 podisti in corsa, cinque si sono fermati al primo stop, uno poco dopo il secondo (al 33°), e quattro hanno portato a termine l’intero percorso. Io ero tra i primi e tra i cinque ero quello messo decisamente peggio. Bella schifezza. La stagione delle 21 km ruggentiche pure i regalato delle enormi soddisfazioni fino a qualche settimana fa ha lasciato però le sue zavorre nelle mie gambe.

Non sostengo più di 23-24 km, poi cominciano problemi seri di tenuta, soprattutto alle articolazioni, e soprattutto alla caviglia destra che ad un certo punto ho cominciato a sentire un po’ addormentarsi. Mancano ancora 45 giorni e l’impressione che ricavo da questo test è che dovrò macinare parecchi km per mettermi apposto, considerando soprattutto il percorso molto difficile della Collemar-athon, un susseguirsi continuo di salite e discese, alcune mi dicono molto impegnative.

Basta guardare le prestazioni di tutti i maratoneti nella maxi classifica della rivista Correre pubblicate a Gennaio scorso (l’immagine del blog in alto è presa da lì, n.d.r.) per rendersi conto di come tra i runners che hanno portato a termine più di una maratona nel 2011, chi ha corso la Barchi-Fano ha registrato in essa uno dei suoi peggiori tempi, spessissimo il peggiore.

Una maratona molto impegnativa quindi, che necessita di una preparazione particolare per essere portata a termine. Già, perché fare il tempo lì sarebbe da pazzi e non ci penso neppure. Penso solo a tagliare il traguardo e da questo pomeriggio ci penso con una certa “preoccupazione”. Ma gli allenamenti, si sa, servono proprio a quello: ad acquisire gambe, fiato, strategia e tattica di corsa, ma anche e soprattutto la giusta consapevolezza su come gestirla al meglio.

Bene, per oggi basta così. Mi godo questo weekend di riposo facendo l’”in bocca al lupo” a tutti i runners che correranno tra poche ore la Maratona di Roma e spero che sia bella anche la fiction che la Rai dedica alla storia di un grande maratoneta, Dorando Pietri, domenica e lunedì sera in prima serata.

Una volta tanto, non solo palle che rotolano…

Alla prossima.



giovedì 15 marzo 2012

Domenica o lunedi?

Oggi ho percorso 14,660 km su un tracciato contorto e studiato apposta per fare impazzire i miei muscoli e le mie articolazioni e "svegliarle" un pò. Missione compiuta: 1h 18' di saliscendi praticamente ininterrotti e stasera le gambe e le ginocchia fanno un pò male. E questo "dolore" mi dà una enorme soddisfazione, come non accadeva da tempo. Già, perchè il "dolore", o meglio sarebbe dire "l'indolenzimento" è sintomatico di un lavoro fatto bene e che servirà, ne sono certo, alla prossima maratona. Oltre che ad introdurre alla perfezione un concetto.





Capita molto spesso che qualcuno mi chieda consigli per cominciare a correre. Già tempo fa dedicai un post abbastanza articolato a questo argomento. Capita anche, ancor più spesso, che le persone alle quali ho dato consigli poi, dopo le fatidiche due o massimo tre uscite, mollino tutto e continuino la loro vita senza la corsa. Poco male. Io dico che piuttosto che fare qualcosa che non ci piace fare, meglio non farla. Tanto più se quel qualcosa è correre, un esercizio abbastanza faticoso e che richiede una certa continuità, caparbietà e attitudine ad una fatica "gratuita", nel senso di fine a se stessa, che non ordina nessuno di fare.

Non fa niente, allora: se correre non ci piace, non corriamo. Finchè possiamo scegliere con la massima libertà di coscienza la discriminante, insomma, è sempre il piacere o meno che ognuno di noi prova a fare questa o quell’altra cosa. E la sensazione che quel gesto ci regala, che può essere piacevole oppure sgradevole.

E’ come quando ti svegli in piena notte, magari per andare in bagno: ti guardi attorno nella stanza, in preda ad un attimo di stordimento; getti lì uno sguardo angosciato alla sveglia che ti ticchetta accanto e conti mentalmente le ore che ti separano dal momento fatidico in cui ti dovrai alzare per andare al lavoro.

Che sia sabato notte, o domenica notte, è sempre lo stesso tempo che passa e tu ti sei svegliato sempre alla stessa ora. Quel che cambia è la sensazione che provi nel ricordarti che il giorno dopo può essere domenica…o lunedì. E non è mica la stessa cosa.

Quando ti viene il pensiero di andare a correre, tra mezzora o mezza giornata, se ti senti come quando il giorno dopo è domenica, allora la corsa ti trasmette la sensazione giusta. Se no, lascia perdere.

Un lunedì a settimana, credimi, basta e avanza!

martedì 13 marzo 2012

Convalescente

Smaltito ormai quasi del tutto il solito puntuale raffreddore di inizio marzo, che già in passato ha provato e riprovato a minare le mie maratone di Roma negli ultimi quattro anni (con scarsissimi risultati da parte "sua") torno alle corse ed al mio diario, a distanza di una settimana circa dall'ultima mia uscita ufficiale. Piccoli acciacchi di stagione, quest'anno manifestatisi con una dolorosa tracheite, passata pure quella ormai.

Non ho avuto modo di parlare del bel cross di Veglie della passata domenica (4 marzo, n.d.r.): 6 km abbondanti chiusi in poco più di 27 minuti. Una bellissima giornata di sole che mi ha spinto a correre con una canotta forse troppo leggera per la stagione e così, dopo poche ore, ne ho pagato le conseguenze.


(al Cross di Veglie)


Oggi ho ripreso la strada, alle 15, sempre in una bella giornata di sole, contrastata però da un freddo vento di tramontana che mi ha fatto temere il peggio, ancora semi convalescente, in direzione di Santa Maria al Bagno. Pare che nelle prossime ore il meteo dovrebbe ulteriormente migliorare e il cielo dovrebbe rimanere chiaro con temperature in aumento. Sono questi continui sbalzi che ti mettono in seria difficoltà, perchè basta davvero poco per ritrovarsi con qualche linea di febbre e le ossa rotte, proprio come capitato a me. Attenzione, quindi!
Ho percorso 9,180 km, pochini, ma ottimi per capire a che punto sono e quanto ritmo ho perso in questa settimana. Diciamo che rispetto al cross di domenica 4 oggi ero al 50%-60%, con un ritmo a tratti quasi normale (sui 4'50") ed a tratti abbastanza "spompato" (anche 5'35" in diversi periodi). Ho risentito dello stop, questo è sicuro.
Una bella salita finale, condotta al piccolo trotto (7'00"), ma ripida e lunga, cercata e trovata per cominciare seriamente ad abituare le gambe al tipo di preparazione che comincerà dalle prossime ore per tentare di chiuder almeno dignitosamente la 42 km di Barchi del prossimo 6 maggio.
La sensazione finale di questa interessante uscita di "rodaggio" è che a cominciare da giovedi dovrei rimettermi in carreggiata e ricominciare a correre con i vecchi ritmi, o quasi; e per sabato ho già programmato un lungo, indeciso soltanto ancora se percorrere 25 o 30 km.
Speriamo bene. ;)

domenica 4 marzo 2012

L'anno che verrà

Ora sto per dire una cosa un pò complicata, ma sedetevi, buoni buoni...
Ricordo che quando ero piccolo, guardando ai miei idoli televisivi, che potevano essere calciatori, presentatori o anche cantanti, immaginavo quando sarei stato più grande e loro sarebbero stati dei vecchietti. Il metro sul quale avrei potuto misurare la mia "vecchiaia" o comunque lo scorrere del tempo sarebbe potuta essere la loro sopravvivenza o meno. La loro. Pensiero abbastanza "egoista" ed "opportunista", tipico di un ragazzino che non prende in considerazione che il tempo scorre contemporaneamente per tutti, per gli altri come per sè. Poi si cresce, il tempo passa e matura certi sentimenti.
La morte di Lucio Dalla, appena appresa qualche ora fa, mi ha comunque riportato a quel ricordo, a quel metro sul quale forse si misura davvero la vita. Prima di lui ricordo che lo stesso effetto avevano avuto su di me, in ambiti diversi ma comunque simili per principio, le morti di Corrado e di Mike Bongiorno, ad esempio, due personaggi che ho amato tantissimo.
Lucio Dalla che non c'è più lascia oggi un vuoto nella mia vita e mi fa capire che il tempo passa, trascorre, inesorabile per tutti: per lui, per me, per tutti noi.
...Ciao Lucio, arrivederci, allora ;)
Cambiando completamente discorso, e passando ad altri tempi che scorrono, molto più piacevoli e leggeri da commentare, in settimana dopo i tre giorni di stop rigenerativo seguiti alla mezza di domenica scorsa sono uscito giovedi, per circa 45 minuti; quindi venerdi, con un lungo abbastanza impegnativo da 23 km e mezzo in vista della maratona di maggio; ed infine stamattina ho corso un bellissimo cross a Veglie (Le), in compagnia degli amici di sempre della società podistica che ha tenuto a battesimo il mio esordio nella corsa, ormai più di dieci anni fa. Tempo finale 27'09" x 6,140 km.
Anni, settimane, minuti, secondi...insomma ne è passato di tempo...

giovedì 1 marzo 2012

Si riparte

Dopo tre giorni di riposo assoluto stasera non vedevo francamente l'ora di uscire a correre ancora. Dopo la bella 21 km di domenica scorsa e dopo cinque mesi di allenamento specifico praticamente no-stop, stare tre giorni fermo da una parte mi è servito per rigenerarmi un pò, dall'altra mi ha dato la conferma che la corsa è una droga a tutti gli effetti. O, per lo meno, la sua assenza scatena dei meccanismi biologici molto vicini come sensazione ad una crisi di astinenza, cosa che un ex fumatore come me conosce abbastanza discretamente per averla vissuta e non soltanto per averne sentito parlare.
Già da ieri sentivo che nelle mie gambe si accumulava una qualche sostanza che stava "impastando" muscoli ed articolazioni, rendendo meno fluidi i movimenti e facendomi sentire dei piccoli fastidiosi doloretti alle ginocchia, alle caviglie ed all'altezza del bacino. Non so esattamente di cosa si potesse trattare e non so neppure se fosse solo da imputare ad una questione soltanto mentale o se ci fosse davvero qualche sostanza biologica che mi bloccava. Forse semplicemente acido lattico non smaltito, probabile.
Stasera all'inizio degli otto kilometri e mezzo che mi sono fatto ad un ritmo abbastanza agevole ho avvertito una sensazione di blocco delle articolazioni, che poi è andata via via svanendo, fino a restituirmi la fluidità di sempre.
Sono ancora in forma ed è una forma che ormai va avanti ininterrotta da metà ottobre. Bene così! Adesso il mio obiettivo principale sarà nelle prossime ore quello di allungare la distanza e farmi qualche lungo, ad iniziare da domani che credo dedicherò ad un 23 km.
Comincia ufficialmente la preparazione che da qui al 6 maggio mi porterà a correre la 42 km di Barchi/Fano.
Motori accesi: si riparte!