25 km e spiccioli in 2 ore e 24 minuti è il bilancio di un pomeriggio di corsa in compagnia di tutti i miei compagni che assieme a me stanno preparando la prossima maratona. Per la verità la primissima impressione è che loro siano parecchio più avanti di me con la preparazione e se la 42 km si corresse tra un paio di settimane sarebbe molto probabile un loro arrivo più o meno agevole ed un mio quasi sicuro ritiro, cosa peraltro mai verificatasi nelle precedenti edizioni tutte portate a termine.
Oggi avevamo programmato tre soste: una ai 25 km, un’altra ai 30 e l’ultima ai 35. Partenza dalla zona 167 di Nardò e tutta la litoranea fino a Gallipoli, attraversamento della cittadina ionica, perimetro delle mura vecchie e poi ancora lungomare fino a Mancaversa, marina di Taviano, in direzione Ugento. Su 10 podisti in corsa, cinque si sono fermati al primo stop, uno poco dopo il secondo (al 33°), e quattro hanno portato a termine l’intero percorso. Io ero tra i primi e tra i cinque ero quello messo decisamente peggio. Bella schifezza. La stagione delle 21 km ruggentiche pure i regalato delle enormi soddisfazioni fino a qualche settimana fa ha lasciato però le sue zavorre nelle mie gambe.
Non sostengo più di 23-24 km, poi cominciano problemi seri di tenuta, soprattutto alle articolazioni, e soprattutto alla caviglia destra che ad un certo punto ho cominciato a sentire un po’ addormentarsi. Mancano ancora 45 giorni e l’impressione che ricavo da questo test è che dovrò macinare parecchi km per mettermi apposto, considerando soprattutto il percorso molto difficile della Collemar-athon, un susseguirsi continuo di salite e discese, alcune mi dicono molto impegnative.
Basta guardare le prestazioni di tutti i maratoneti nella maxi classifica della rivista Correre pubblicate a Gennaio scorso (l’immagine del blog in alto è presa da lì, n.d.r.) per rendersi conto di come tra i runners che hanno portato a termine più di una maratona nel 2011, chi ha corso la Barchi-Fano ha registrato in essa uno dei suoi peggiori tempi, spessissimo il peggiore.
Una maratona molto impegnativa quindi, che necessita di una preparazione particolare per essere portata a termine. Già, perché fare il tempo lì sarebbe da pazzi e non ci penso neppure. Penso solo a tagliare il traguardo e da questo pomeriggio ci penso con una certa “preoccupazione”. Ma gli allenamenti, si sa, servono proprio a quello: ad acquisire gambe, fiato, strategia e tattica di corsa, ma anche e soprattutto la giusta consapevolezza su come gestirla al meglio.
Bene, per oggi basta così. Mi godo questo weekend di riposo facendo l’”in bocca al lupo” a tutti i runners che correranno tra poche ore la Maratona di Roma e spero che sia bella anche la fiction che la Rai dedica alla storia di un grande maratoneta, Dorando Pietri, domenica e lunedì sera in prima serata.
Una volta tanto, non solo palle che rotolano…
Alla prossima.

Dai Giuseppe che in 45 giorni si possono fare ancora cose buone. Allenati su percorsi ondulati simili a quello di gara e per la caviglia farei degli esercizi di mobilizzazione, tecnica di corsa e darei anche un'occhiata all'allacciatura della scarpa: non vorrei che correndo a lungo il piede si gonfio leggermente e venga stretto oltremodo dalle stringhe. Buona continuazione!
RispondiEliminaTutto ok, Franchino! oggi 12 km e mezzo, salitone e forma (quasi) eccellente. Erano strascichi di malanno, sto rientrando nei ranghi! ;)
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