"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

domenica 22 ottobre 2017

RIPOSO

La settimana appena trascorsa, iniziata con il ritorno ad una corsa Fidal dopo 10 mesi di STOP (la Scalata delle Veneri, a Parabita) e conclusasi con il massimo impegno nell'intenso WOD di CrossFit venerdi scorso, per essere metabolizzata a dovere aveva bisogno di un doppio turno di riposo.
Mi compiaccio di aver trascorso sabato e domenica in assoluto relax. E' necessario ogni tanto, quando il nostro stesso fisico ce lo chiede, tirare i remi in barca e farsi cullare dalle onde del riposo, che fa parte integrante di ogni periodo d'allenamento che si rispetti. L'alternativa è tirare troppo la corsa, col rischio poi di "esaurirsi" e di spezzarla.


Se avessi rispettato i giusti tempi fisiologici di recupero, con ogni probabilità non ci avrei messo così tanto a recuperare dal mio infortunio: quando lo scorso gennaio l'ortopedico che mi ha diagnosticato la lesione muscolare al gemello mediale destro mi ha prescritto un periodo di riposo di 20 giorni, avrei dovuto semplicemente fermarmi per 20 giorni, accettare la mia condizione di infortunato e farmene una ragione. Ma la maledetta smania che molti di noi amatori hanno di fare qualcosa, quale essa sia, pur di non fermarsi, finisce poi con l'aggravare la nostra già precaria condizione psico-fisica.
Così, nella convinzione che avrei potuto colmare il tempo "perduto" facendo altro, mi sono iscritto in una classica palestra dove si praticano pesi, e per un mese e più mi sono fatto prendere la mano (e i piedi, e le gambe e tutto il resto...) dalla pesistica, col risultato di creare dei forti squilibri nel mio fisico: non supportando i carichi con una adeguata alimentazione-integrazione e non facendomi seguire da un personal trainer esperto, ho forzato, col risultato di peggiorare il mio già precario status. Risultato: alla ripresa della corsa ho iniziato ad avvertire tutta una serie di disturbi neuromuscolari che, alla luce di frettolose consultazioni on line (non fatelo mai, vi prego!) ho interpretato come sintomi di malattie gravi, degenerative, terribili. Sono entrato un vortice micidiale, fatto di ansie, sensazioni psico-somatiche sgradevolissime, culminate con l'insorgere di una insonnia notturna micidiale. Ho cominciato lentamente ad uscirne solo in seguito ad un incalcolabile numero di analisi strumentali tese ad inseguire i mostri che mi ero creato nella mente e culminata con una approfondita visita neurologica, con esami anche qui strumentali, tutti negativi, che hanno escluso complicazioni. Non vi auguro di entrare in questa spirale, mai. Ma se ci entrate, sappiate che se ne può uscire solo con grande fatica, prendendo len-ta-men-te consapevolezza delle proprie debolezze, dei propri limiti, abbassandosi umilmente a raccogliere i cocci di quel che resta di voi e, soprattutto, facendosi assolutamente aiutare da qualcuno!
In questo mio percorso, non ancora pienamente completato, ma comunque sulla buona strada, ho avuto la grazia di essere "assistito" da una moglie fantastica, che ha subito capito e compreso le mie problematiche e da amici anch'essi molto discreti; da un gruppo di persone incontrate on line, coi quali abbiamo costituito un gruppo whatsapp, condividendo le nostre esperienze, utilissime per capire di non essere "soli" ad affrontare questi periodi di difficoltà; ho infine avuto verso la metà di giugno una grande, immensa fortuna ad entrare in un gruppo davvero grandioso, il box CrossFit di Nardò (la mia città), attorniato da una squadra favolosa, diretto da un trio di coach preparatissimi. Esperienza quest'ultima così esaltante che, avvicinatomi inizialmente con l'idea di utilizzare il CrossFit come disciplina propedeutica ad un mio prossimo rientro nel mondo delle corse, ho finito col pensare che mi entusiasma molto di più l'altra ipotesi, cioè quella di utilizzare la corsa come disciplina propedeutica per migliorarmi nel CrossFit! Dedicherò spero presto un intero post a questa mia "seconda" vita sportiva.
Tante sensazioni, tanti mesi di fermo, tante cose successe, insomma. Oggi ne ho raccontate già un'altra discreta parte e tante ce ne saranno ancora da dire in futuro. Piano piano, passo dopo passo. Oggi intanto ho riposato e sono molto contento di questa mia maniera più consapevole di approcciarmi allo sport. Ho dedicato un post al "riposo", cosa che non mi sarei mai sognato di fare fino a qualche mese fa.
Se dopo aver letto questo post vi incuriosisce la natura dei miei disturbi muscolari, principalmente avuti alle gambe, caratterizzati da diffusa debolezza, parestesie e tremori vari, stati d'ansia e insonnia, assimilabili con buona (anzi, ottima) probabilità a quella che sempre più comunemente viene definita come "sindome da sovrallenamento", o "OVERTRAINING", non abbiate timore di consultarmi anche in privato, nei commenti, o con una mail. Sarò felice di condividere con voi (e magari con altri) la mia esperienza personale.
A presto.

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