"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

giovedì 5 maggio 2016

DALLA PARTE DEGLI SHERPA

Quello che vivo in queste settimane è un periodo di riflessione: lo stop forzato dalla corsa a causa dell'infortunio al ginoccchio, la cosa più "seria" da quando circa una quindicina d'anni fa ho cominciato a correre, mi impone di stare un pò più con me stesso, di uscire di meno, di riflettere.
E capita di imbattersi in un post richiamato su FB da Hervè Barmasse e pubblicato originariamente da Repubblica.it, intitolato "dalla parte del portatore nepalese". (CLICCA QUI).
Mai fatto mistero del mio amore platonico per la montagna, nel senso che io ho una gran paura della montagna, mai e poi mai mi azzarderei a sporgermi dal terzo piano (abito al secondo, ndr), il solo pensiero di percorrere una cengia mi causa delirium tremens e tuttavia seguo le imprese di questi alpinisti ed adoro leggere storie di imprese alpinistiche. Il trionfo del fascino dell'ignoto, ciò che più mi spaventa, più mi attrae. Non nego che il mio amore per il trail è forse un modo per esorcizzare queste mie paure, per cercare non dico di vincerle, ma almeno di affrontarle.
Ma il discorso non è questo.
Il pensiero va ai portatori, agli sherpa, a questi incredibili uomini che di fatto rendono possibili la conquista delle vette da parte degli alpinisti che ci riescono, ma che non potrebbero mai farcela senza questi uomini che si caricano in spalla l'inverosimile per allestire i campi base.
Qualche cenno distratto sui libri fin qui letti, è vero. I mediani hanno meritato finora il testo di una celebre canzone di Ligabue; i gregari a volte vengono citati come "compagni di squadra" dai ciclisti intervistati. Ma gli sherpa non li ca** mai nessuno.
Eppure, nella mia fantasia, tante volte nelle letture hanno preso il sopravvento sull'autore della conquista della vetta. Anche qui sarà il fascino dell'ignoto, di queste ombre, di gente che vive di luce riflessa e di ancor meno: della paga per il loro importante, rischioso "lavoro".
Prima di effettuare i miei solitari, noiosi, duri, ma necessari lavori di potenziamento dei quadricipiti, con la spasmodica voglia di tornare il più presto possibile a riveder la luce della strada e dei sentieri veri, stasera il mio pensiero va a loro: anch'io sto dalla parte degli sherpa e di tutti i portatori.
Buonanotte.


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