"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

lunedì 26 gennaio 2015

LA CADUTA

Poche uscite ancora in questo inizio 2015, ma molto intense. C'è da migliorare e ci sono proprio da muovere i primi passi con una disciplina, quella del trail, che c'entra poco o nulla con la tradizionale corsa su strada. In 12/13 anni di corsa su strada non avevo mai incontrato tante difficoltà come in questo mese e mezzo che ho scelto di tuffarmi nei sentieri contorti, sconnessi e brulli della mia terra.
Meno di due mesi, e già posso contare due cadute rovinose. Diciamo che mi è andata di lusso, sia la prima che la seconda volta.
Prima uscita del 2015, due giorni dopo Capodanno, becco una pietra in pieno sul piede in spinta e mi ritrovo in una frazione di secondo lungo faccia in giù, col braccio sinistro che rovina per terra ed il polso sinistro che picchia sul suolo. Il caso ha voluto che fossi caduto su un tratto morbido, erba ed aghi di pino e terra e quella che poteva essere una pessima caduta si trasforma in un'esperienza da ricordare. Neppure un graffio.
Oggi, a distanza di poco più di venti giorni, sto completando un giro di "perlustrazione", poco più che cazzeggio e qualche foto, sta per venire buio (maledetti orari impossibili!), a circa un kilometro dall'arrivo improvvisamente il sottobosco diventa folto, non vedo una grossa pietra, il risultato è che stramazzo un'altra volta per terra. Ma vaff****! Ancora una volta la sensazione è che la fortuna mi abbia voluto bene. Non trovo rocce o spuntoni di pietra sotto di me, anche se stavolta un ricordino lo porto a casa: la rotula destra picchia violentemente sul suolo. Un dolore incredibile. Mi viene da piangere, sono preso dallo sconforto.
Mi rialzo, a sangue caldo il dolore mi passa presto, ma adesso che sono qui sul divano a scrivere, se mi fermo più di un quarto d'ora col ginocchio accidenti se mi fa male!
Credo non ci sia nulla di rotto, anzi, ne sono certo. ma queste due esperienze mi hanno insegnato le prime cose che ci sono da imparare su questa disciplina: non si scherza. Non basta avere un bel paio di scarpette da trail ed uno zainetto in spalla. Serve concentrazione, bisogna sollevare con più decisione i piedi da terra ed evitare di correre radente come per tanti anni ho imparato a fare su strada, bisogna non forzare o osare troppo. Si rischia davvero di farsi male.
Ora sto preparando questo mio debutto che spero avvenga a fine aprile al Trail della Tolfa, e stasera ho già adocchiato un paio di appuntamenti che potrei pure tentare. Bisogna lavorare con pazienza, la dote che ritengo essenziale nello sport e nella vita.
Intanto domenica ho la mezza di Gallipoli, alla quale mi sono iscritto per cominciare ad allungare ancora un pò la distanza nelle gambe. Spero di riuscire a partire. Ora come ora il ginocchio mi fa male. Spero di recuperare.
A presto.





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