"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

venerdì 20 aprile 2012

Pane, acqua e fermenti lattici

Certe volte è proprio così che va: anche un podista è bene che si fermi e torni indietro.
Questo post si apre un paio d'ore prima di quello precedente: sono le 4 di domenica notte, quella che precede la mattina dei 38 km e mezzo. Io e mia moglie ci svegliamo a causa del forte pianto di mia figlia che si lamenta per un improvviso mal di pancia. Sarà solo l'inizio, per lei, di due giorni di un virus che l'ha fatta rimettere tanto e stare male; per me, saranno apparentemente soltanto due ore o poco più di insonnia fino al suono della sveglia delle 6:15.
Ecco l'antefatto al lunghissimo di domenica scorsa. Non l'avevo raccontato perchè, nonostante potessi "ricamarci su" una storia fatta di stanchezza e condizioni della vigilia non proprio favorevoli per correre un lungo, alla fine era andato tutto bene ugualmente e quindi mi sembrava un dettaglio irrilevante. ma a volte sono proprio i dettagli che fanno la differenza. Proseguiamo.
Sta di fatto, dicevo, che quel virus appena 24 ore dopo passerà da Francesca a mia moglie e il triangolo delle Bermuda si chiuderà con il sottoscritto, naturalmente: mercoledi scorso, ore 15, smetto di lavorare e me ne vado a correre nelle campagne di Nardò. Non devo fare molto, appena 8 km o poco più, ma c'è qualcosa che già non va nel mio stomaco, un pò in subbuglio. Così al ritorno, subito dopo la doccia, il sospetto diventa realtà: crampi diffusi, freddo e febbricola. Frittata fatta!
Due giorni di quasi digiuno, a "pane, acqua e fermenti lattici", non sono certo l'alimentazione consigliata per recuperare dopo 38 km e mezzo. Questo stop non ci voleva, francamente, a due settimane dalla maratona di Fano. Ma anche di questo non mi va di lamentarmi più di tanto.
In fondo, a pensarci bene, poteva andare peggio: stasera, anche se ancora non mi sentivo al 100%, ho deciso di uscire ugualmente e vista la pessima serata di pioggia e vento ho voluto ripiegare in palestra. Tapis roulant: tre serie da 15 minuti intervallate da una bella cyclette di 15 minuti. Una super sudata e, spinto da un'ora "corsa" in contemporanea alla lezione di aerobica, anche di bella musica! Diciamo che me la sono cavata con 24 ore di stomaco in disordine e ossa rotte, ma adesso punto tutto su una tranquilla volata finale.
Anche questa è fatta, anche questa è stata raccontata.
Alla prossima.


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