Oggi ho percorso 14,660 km su un tracciato contorto e studiato apposta per fare impazzire i miei muscoli e le mie articolazioni e "svegliarle" un pò. Missione compiuta: 1h 18' di saliscendi praticamente ininterrotti e stasera le gambe e le ginocchia fanno un pò male. E questo "dolore" mi dà una enorme soddisfazione, come non accadeva da tempo. Già, perchè il "dolore", o meglio sarebbe dire "l'indolenzimento" è sintomatico di un lavoro fatto bene e che servirà, ne sono certo, alla prossima maratona. Oltre che ad introdurre alla perfezione un concetto.
Non fa niente, allora: se correre non ci piace, non corriamo. Finchè possiamo scegliere con la massima libertà di coscienza la discriminante, insomma, è sempre il piacere o meno che ognuno di noi prova a fare questa o quell’altra cosa. E la sensazione che quel gesto ci regala, che può essere piacevole oppure sgradevole.
E’ come quando ti svegli in piena notte, magari per andare in bagno: ti guardi attorno nella stanza, in preda ad un attimo di stordimento; getti lì uno sguardo angosciato alla sveglia che ti ticchetta accanto e conti mentalmente le ore che ti separano dal momento fatidico in cui ti dovrai alzare per andare al lavoro.
Che sia sabato notte, o domenica notte, è sempre lo stesso tempo che passa e tu ti sei svegliato sempre alla stessa ora. Quel che cambia è la sensazione che provi nel ricordarti che il giorno dopo può essere domenica…o lunedì. E non è mica la stessa cosa.
Quando ti viene il pensiero di andare a correre, tra mezzora o mezza giornata, se ti senti come quando il giorno dopo è domenica, allora la corsa ti trasmette la sensazione giusta. Se no, lascia perdere.
Un lunedì a settimana, credimi, basta e avanza!
la disciplina è tutto! senza, si resta uno yò qualunque..... ;)
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