"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

lunedì 19 dicembre 2011

A pensar male...

Esiste uno studio medico condotto dal dott. Pietro Trabucchi, sportivo e specialista nella psicologia applicata allo sport, che misura la propensione dell’atleta al superamento delle difficoltà insite nella disciplina che pratica. La capacità di resistere alle avversità esterne si chiama “resilienza psicologica”, mutuando con ciò la capacità dei metalli (resilienza, appunto) di resistere alle sollecitazioni fisiche.
Ho letto un interessante testo a proposito di ciò alcuni mesi fa e condivido la tesi del dottore, soprattutto quando sostiene che soffre di meno chi riesce a mettere in preventivo la difficoltà che verranno in modo che, quando ci si pareranno davanti, esse non siano vissute come eventi eccezionali ed assolutamente imprevisti, come qualcosa in grado di stroncare di netto la “marcia trionfale” che ci eravamo prefissati.
Insomma, volgarmente si potrebbe dire che “a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca”; e questa predisposizione alla sofferenza ci aiuta a vivere un pochino meglio o, paradossalmente, proprio a soffrire di meno.
Così, a pensar male, appunto, ieri sera ho guardato il calendario ed ho depennato tutti i giorni in cui, in teoria, gli impegni di lavoro e familiari mi avrebbero impedito di uscire a correre, da qui all’Epifania. Un disastro. Vissuto con serenità però, perché comunque da mettere in preventivo come ogni anno in questo periodo di superlavoro. Eppure…
Oggi, uno di quei giorni depennati perché alle 15 (dopo lavoro) sarebbe dovuta uscire mia moglie ed alle 20:30 c’era la cena sociale con tutti i compagni della società podistica per il consueto scambio di auguri natalizi, verso mezzogiorno ecco la notizia che non ti aspetti: mia moglie non esce più per un improvviso cambio di programma; lei può rimanere con la bambina ed io esco a correre al posto suo.
Morale a mille e 11,520 km guadagnati… come oro colato, come tre punti in zona Cesarini…come un +3 in media inglese…
A domani.

3 commenti:

  1. si vabbè, ma scegliti meglio le compagnie!

    ps. nun 'je' la fanno più.... ;)

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  2. Sono i francesi che nun "je" la fanno più!!! E' così chiaro, no!?!

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  3. Corretto!!! Cos'è, la pronuncia ostiense? ahahaha, ciao Yò ;)

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