"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

sabato 17 dicembre 2011

Il mare d'inverno/1



L’anno scorso, molto prima di oggi, avevo già inaugurato una specie di “sottodiario di bordo” (non fatemi dire rubrica, che mi sa tanto di rotocalco settimanale per sfigati), che avevo intitolato “il mare d’inverno”.
Al suo interno inserivo i post che più mi caratterizzavano durante la stagione fredda, quando la solitudine delle corse in riva al mare evocava scenari particolari o mi ispirava.
Forse è giunto il momento di inaugurare “il mare d’inverno 2012”, visto che, seppur fortemente ridimensionato da una temperatura calda ed umida quest’anno (ancora oggi + 13°!), questo pomeriggio ho rivissuto un’esperienza che da bambino, così come da grande, mi affascinava e ancora continua a catturare la mia ammirazione: la mareggiata.
Oggi ho corso per 12 km e 820 mt, in un pomeriggio partito con un forte vento di maestrale “e manciate di schiuma di mare” (grande, Max Gazzè!); sono arrivato in 1h 11’, zuppo di sudore ma soprattutto di salsedine. In alcuni punti avrei voluto avere con me la macchinetta fotografica per immortalare meglio le maestose colonne d’acqua che si sollevavano in aria, spinte dal maestrale, ma sono riuscito a fermare nel tempo solo un paio di situazioni alla partenza, in un punto (le Quattro Colonne, a Santa Maria al Bagno) dove peraltro la tempesta non dava il meglio di sé, pur essendo abbastanza forte.
Quando ho finito di correre ormai era praticamente buio, il vento era anche calato un po’ di intensità (ora, mentre scrivo, rinforza di nuovo), ma il mare era ancora parecchio incazzato. E stanotte, c’è da giurarlo, non dormirà.
A domani.


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