"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

lunedì 11 aprile 2016

ESPERIENZA

Ho sempre cercato di fare tesoro, nel bene come nel male, di tutte le mie esperienze. Ho sempre pensato infatti che si possa migliorare anche a partire dall'umiltà di guardarsi semplicemente attorno e "copiare" quello che fanno gli altri, emulando (copiando è brutto, dai!) da chi è migliore di te.
Ora, nel trail running di persone davanti a me ce ne sono anche fin troppe. Basta guardare la classifica di categoria del Trail delle Valli Etrusche per scoprire che nel mio caso su 80 pari età giunti al traguardo, 77 stavano davanti e solo due dietro di me, giusto il settantanovesimo e l'ottantesimo. Quindi, volendo proprio guardarsi attorno, diciamo che avevo l'imbarazzo della scelta da emulare. Ma il punto non è questo. Se corressi per la classifica finale cambierei sport, questo è sicuro. Se dovessi poi confrontarmi col trail io che vengo da una regione piatta che più piatta non si può, sarei spacciato in partenza.
Tuttavia, volendo comunque migliorare, con umiltà e partendo dal terzultimo gradino, in prospettiva delle gare che voglio correre in futuro e del fatto che comunque mi interessa sempre tagliare il traguardo nel modo più dignitoso possibile, qualcosa da "copiare" c'è, subito, in fretta, diciamo nel più breve tempo possibile: il fisico.
Anche il trail runner più scarso, ho notato, è dotato di una discreta muscolatura, anche e soprattutto degli arti superiori: braccia, spalle, tronco e addominali risultano sempre sodi e ben definiti. Difficilmente tra i trailers vedi un fisico da tapascione, cosa che invece noti guardandoti attorno al via di una 10, di una 21 ed anche di una 42 km su strada.
Nel trail no. Al via del Valli Etrusche, come pure al via del Gargano ad ottobre, ho messo riflessione sulla forma fisica di tutti i partenti, sicuramente superiore alla mia, che pure non sono uno che si trascura, ma che probabilmente deve apportare dei correttivi.
E così ho deciso, da circa una decina di giorni, di alternare per l'intero periodo estivo la palestra alla corsa. Non amo chiudermi tra quattro mura e sollevare pesi, infatti non lo faccio, nel senso che non sto lì a fare inutili ed estenuanti prove di forza al bilanciere. Questo no. Ma sto cercando nei limiti del possibile di "tirarmi" un pochino, raggiungendo una forza fisica di spinta che provi ad avvicinarsi, alla lontana, a quella mia ottimale.
Sarà un lavoro lungo e paziente, ma mi sta piacendo. Sono già quattro volte che vado in palestra e domani mi tocca la quinta. Direche mi piace forse è troppo, "non mi dispiace" è forse la frase più adatta.
Vi farò sapere come va.


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