"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

lunedì 23 dicembre 2013

UNA GRAN FICATA

Basta parlare di ciò che è stato, di come sarebbe potuto essere e non è, di come sarebbe potuta andare e non è andata. Ormai è così, ci siamo, e questo è ciò che conta. Programmiamo il futuro una volta tanto, con un occhio rivolto a ieri, ma con lo sguardo e la mente al domani.
Ad agosto me ne salivo sul terrazzo di casa mia a sotto un sole cocente mi sono aperto (“spaccato”, in gergo dialettale) alcuni fichi. E apri oggi, e “spacca” domani, i fichi sono diventati più o meno un migliaio! Sono seccati, li ho mandorlati ed infornati, spolverati di cannella e chiodi di garofano e ne ho riempiti quattro vasi grandi (da tre kg) e tre piccoli (da 1 kg).
Mi chiedevo a che potessero servire tutti quei fichi, e soprattutto me lo chiedeva chi me li ha visti sfornare in così gran quantità. Un lavoraccio durato settimane, finchè non mi è venuta l’idea, vista la quantità industriale prodotta ed una carestia alimentare che ancora non arrivava a giustificare il surplus, di farne il nostro gadget di Natale per il negozio: acquistato l’occorrente, un sacchetto alimentare trasparente, un altro di iuta, un nastrino, due stelline ed una pergamena con su scritto “Mangia & Fuci augura un fico Natale”.
Mangia & Fuci è il nome del mio negozio, una gastronomia d’asporto.
Li ho impiegati tutti i miei fichi, alla faccia della disoccupazione, col resto di un paio di boccacci da kg che ho messo in cassa integrazione per la gioia dei miei nipotini (e la mia), ogni tanto.
Proprio in questi giorni, mentre li confezionavo, mia suocera mi raccontava di quando sua mamma, siamo agli inizi del 1900, fosse solita riempirsi le tasche di fichi secchi prima di andare al lavoro nei campi all’alba, perché anche il pane a quei tempi era un lusso. E così faceva coi suoi cinque figli: fichi secchi al posto della merenda. Avevano una cassapanca piuttosto grande, immaginiamoci un baule grosso, pieno zeppo di fichi secchi: era il loro piccolo grande tesoro, una provvista energetica in tempi di crisi e carestia, quella vera però.
Ieri ho scoperto che prima che costruissero il locale che oggi ospita il mio negozio, Mangia & Fuci appunto, era piantato un grande campo incolto ed al centro, più o meno in prossimità del luogo preciso in cui oggi c’è la cassa, c’era un grosso albero di fichi, estirpato evidentemente per costruirci sopra il mio locale e la casa ancora su. Mi piace pensare che quell’albero oggi riviva un po’, a modo suo.
Coincidenze, storie, leggende …  materia di riflessione. Auguriamo a tutti un fico Natale.
Che questo Natale e l’anno che verrà siano forieri di belle soddisfazioni per chi ha lavorato “in agosto”, come le formichine, o comunque in anticipo, mettendo da parte qualcosa per i momenti di crisi e di vacche magre come quelli che stiamo attraversando chi più chi meno in questi ultimi difficili mesi. Nulla di paragonabile ai primi del 1900 e neppure alla prima metà di quel secolo, ma comunque forse anche noi ci eravamo abituati un po’ maluccio.
In questi giorni proverò, dopo il gran lavoro di queste feste che per noi sono sempre tutte fornelli e pensieri, a sedermi un attimo a riflettere ed a buttare giù due idee per il 2014: una maratona in primavera, da decidere dove iscriversi anche se la prima ipotesi resta Roma; c’è poi una gara tutta nostra che è ormai in calendario per il prossimo 11 maggio (una mezza maratona); un lavoro da tenersi stretto stretto; una bella famiglia da coltivare; cose comunque stupende da non sottovalutare. Bisognerà ripartire da qui, dalle proprie certezze per affrontare il futuro con ancora maggiore sicurezza e convinzione.

L’anno prossimo, non potrà essere altrimenti, sarà una gran ficata!





2 commenti:

  1. Che emozione! Mi hai fatto ricordare quando i nonni ma anche mio papà mi raccontavano la vita del tempo che fu, nei campi nelle fabbriche,... due noci,... qualche mandarino,... pochi cent per una fetta di castagnaccio o farinata usciti da scuola,... piccole cose che rendevano grande una giornata. Forse per certi versi si stava davvero meglio quando si stava "peggio". Ti ammiro per riuscire a mandare avanti le vecchie e belle tradizioni, che sia un "fico Natale" e spero che ci scappi anche una puntatina a Courma a ottobre tra i tuoi appuntamenti! Un abbraccio!

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