"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

venerdì 7 giugno 2013

PER QUALCHE DOLLARO IN PIU'

Sono stanchissimo in questi giorni. Sto correndo, ma brevi distanze. Oggi, ad esempio, partito da casa per fare due giri del Parco di Portoselvaggio, ne ho fatto solo uno, per un totale di poco più di 6 km, sotto un sole che picchiava una meraviglia e dopo ben 8 ore di lavoro.
Arrivo sempre alla sera con una gran voglia di andarmi a riposare dalle fatiche di giornate di lavoro, quell sì, invece piuttosto lunghe ed intense.
Come ieri sera, quando alle 21:30 non ne avevo più ed invece che uscire come avevo programmato (alle  15 comincia seriamente a far caldo), ho deciso di andarmene a letto, non prima di aver visto qualche minuto di tv.
La mia attenzione è stata catturata da un documentario che ho trovato interessante e sconvolgente allo stesso tempo, tanto da condizionare l'intera mia giornata e spingermi a scrivere queste poche righe: su Rai Storia ho beccato una puntata di La Storia Siamo Noi dedicata alla vicenda Eternit in Italia, nascita e purtroppo morte di un sogno, e non solo di quello.
Parole come Asbestosi*, Mesotelioma**, Carcinoma Polmonare mi hanno perseguitato in tutta la loro crudezza da stamattina ad ora, ne sono rimasto davvero shokkato!
Ciò che mi ha turbato maggiormente della questione legata all'Eternit ed alla cancerogenicità dell'inalazione di fibre d'amianto, che ha causato la morte di migliaia di operai e cittadini italiani che hanno lavorato nelle fabbriche di Casale Monferrato e Bagnoli, è stato ripercorrere il sogno economico italiano rappresentato per quelle famiglie dall'aver lavorato all'interno di una fabbrica che avrebbe potuto e dovuto garantire a loro ed alle loro famiglie una vita di gioie e serenità, ed essersi risvegliati alcuni anni dopo nel peggior incubo sanitario che forse la storia del nostro paese abbia mai conosciuto.
Mi ha sconvolto il dolo, appurato dai giudici che nei giorni scorsi hanno emanato la sentenza di appello con la quale si condannano i vertici dirigenziali dell'azienda.
Mi ha fatto pensare come in questo nostro Paese, al di là dei periodi di crisi economica come quella che stiamo vivendo in questi ultimi anni, anche nei momenti del cosiddetto boom economico si sia sempre vissuto "in crisi", se è vero com'è vero che anche quel boom economico era una farsa congegnata a discapito di ignare faglie di lavoratori, di cittadini inermi ai quali è stato venduto un incubo mascherato da sogno.
Ci penso ogni volta che percorrendo una sentiero, un viale, uno stradone di quelle campagne nelle quali adoro correre in ogni stagione dell'anno, alla periferia della mia città vedo ammassate le terribili lastre di amianto, o le canne fumarie o altri scarti di edilizia che vengono incautamente abbandonate dai cittadini nelle campagne appunto, un pò per incoscienza ed un pò perchè i costi dello smaltimento privato sono spesso proibitivi, come si conviene ad uno Stato incapace di darsi delle priorità finanziarie che non siano la costruzione di nuove opere faraoniche (la TAV ad esempio) o fantomatiche (ponti sugli stretti...sic!).
Infine, tra le decine di cose che ho pensato oggi e che sarebbe forse troppo lungo riportare qui, ho pensato alla connessione tra tragedia Eternit e la vicina questione ILVA, che in queste ore tiene (finalmente!!!) banco nella cronaca italiana. Siamo ancora qui ad interrogarci su cosa fare dell'ILVA, siamo ancora all'anno zero in questo nostro martoriato paese.
Siamo ancora indecisi se valga davvero la pena perdere la vita in un letto d'ospedale tra atroci dolori o mantenere in vita "un posto di lavoro", in questa macabra roulette russa alla quale molte famiglie salentine in queste ore sono sottoposte.
Davvero mi chiedo se "La storia siamo noi", come titolava la trasmissione, o se forse non sia di qualcun altro, e se valga la pena giocarsi la vita e quella dei nostri figli...per qualche dollaro in più.
Alla prossima.




Nessun commento:

Posta un commento