"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

giovedì 30 luglio 2015

A chi sta peggio

Dalla fine di giugno, quindi ormai da più di un mese, il Salento è interessato da una bolla di aria calda, bollente ed umida che ci sta togliendo l'anima. A mia memoria ed anche ripercorrendo i post degli anni passati io non ricordo un periodo non tanto così caldo, perchè il caldo estivo fa parte integrante del nostro clima, ma soprattutto così lungo e persistente: io ricordo che lo scorso anno luglio fu piovoso e godibile, con quattro, cinque giorni, anche dieci di fila di gran caldo; ed agosto uguale. Ma quaranta e passa giorni così e senza poi avere prospettive più fresche all'orizzonte io non li ricordo, francamente.
Lavorare in una cucina, a stretto contatto con friggitrice, sei fuochi, un forno, i motori dei frighi e dell'abbattitore, restare lucidi per 5-6 ore al banco e poi mettersi davanti ad una griglia, caricare, scaricare, insomma darsi da fare come solo chi da lì deve vivere è dura, durissima. Mi faccio due-tre docce al giorno e mi cambio d'abiti intrisi di sudore almeno tre-quattro volte. Ci sta mettendo a dura prova. La notte si dorme poco e male.
Stasera avrei dovuto correre, dopo aver corso ieri sera in un brodo primordiale di afa e sudori inenarrabili. Eppure non ce l'ho fatta. Dovrei uscire adesso, alle 22:30. lasciamo perdere. Domani non so se ce la farò per altri impegni familiari, sabato sicuro no, per impegni di lavoro. Allora in questi periodi terribili pensi se stai facendo abbastanza e potresti fare di più. E francamente non penso di poter fare di piàù a meno di ricorrere ad integrazioni "straordinarie" che andrebbero contro ogni natura. No, non posso fare di più, anzi, sto già facendo il massimo e tanticchia troppo!
Va bene, va benissimo così. A settembre, se vorrà rinfrescare, voleremo. Ne sono certo.
Intanto il mio pensiero va a chi sta peggio, ancora peggio di me che pure a volte non me la passo benissimo lavorando in un ambiente dove si superano per ore i quaranta gradi. Penso ai lavoratori dell'edilizia, a quelli ancora più sfortunati delle strade, a chi asfalta, a chi passa condotte sotterranee. penso agli operai e poi, in primis, spesso mi capita di pensare a chi sta peggio di tutti: ai lavoratori delle campagne, ai raccoglitori di pomodori per pochi euro al giorno. Abbiate, abbiamo pietà di loro, di questi poveretti disgraziatissimi, che sono gli ultimi tra gli ultimi. Io non sono cattolico, ma penso che se c'è un Dio, che si chiami come si chiami, mi auguro abbia pietà di loro.
Solo chi condivide anche solo un piccolo pezzo di strada in comune con loro può capire, forse. In certi casi, come dice una mia cara amica, non si può proprio capire. Per tutto il resto ci sono demagoghi, politicanti da quattro soldi e parassiti. Che Dio abbia pietà pure di questi ultimi.
A presto.


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